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9 gennaio 2017

L'Ombra dello Scorpione - Considerazioni a fine rilettura

Hile, Fedeli Lettori del blog!
                                           Ho da poco terminato la seconda lettura de L'Ombra dello Scorpione, a distanza di otto anni dalla prima volta, nel 2009, e posso assicurarvi che più lo si legge e lo si assapora, più ci si rende conto della grandezza di questo magnifico e monumentale capolavoro. Un romanzo poderoso (oltre 900 pagine) che narra della lotta inifinita tra il Bene e il Male in un contesto corale ricchissimo di personaggi la cui caratterizzazione li fa sembrare persone realmente esistenti.



Gli stessi fan di Stephen King lo citano spesso come uno dei libri che più amano, per l'affetto che ancora oggi provano per Stu, Frannie, Tom, Nick e tutti gli altri...

Un errore presso una base militare fa sì che un letale virus si diffonda per tutta l'America, contagiando il 99% della popolazione mondiale. Pochissimi i sopravvissuti, che si divideranno tra l'Est, dove i seguaci del Bene incontreranno Ma' Abagail, e l'Ovest, territorio del maligno Randall Flagg, l'Uomo Nero Senza Volto che recluterà la sua squadra di reietti e delinquenti.

Una storia intrisa delle atmosfere bibliche dei deserti sconfinati e dei sogni premonitori. Delle marce solitarie verso l'ignoto, disarmati e pieni di una fede cieca in Dio, decisi a compiere la Sua volontà, qualunque essa sia.

King inchioda i suoi personaggi di fronte alle proprie paure e debolezze, costringendoli a mettersi alla prova attraverso un mondo alla deriva, dove l'umanità e la solidarietà sono l'unica scelta possibile per evitare l'abbrutimento.
Perfino nei personaggi più negativi riusciamo a scovare un barlume di luce, se pur fievole. Quelli che scelgono il Male sono soltanto più fragili, e non resistono al fascino delle promesse del demonio, memori delle sofferenze che hanno patito nelle loro vite disgraziate: l'emarginazione di Pattume, l'adolescenza incompiuta di Harold, l'insoddisfazione di Lloyd...

Sarà la battaglia finale, l'Armageddon, a decidere le sorti del pianeta. Una delle più belle storie narrate da Stephen King. Un capolavoro senza tempo che non potete permettervi di non leggere...

Lunghi giorni e piacevoli notti,
                                                 Maurizio

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